“Pochi soldati esperti, agguerriti, disciplinati, con forti e buoni quadri, possono contendere contro altre truppe mediocri due o tre volte più numerose”.

A. LAMARMORA

CENNI STORICI DEL CORPO DEI BERSAGLIERI NELLA PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA

Carlo Alberto istituì il Corpo dei Bersaglieri il 18 giugno 1836 su proposta del Capitano Alessandro Ferrero della Marmora. Questi riteneva che un Corpo di uomini prestanti, ben addestrati al tiro ed alla “guerra minuta”, sarebbe stato di grande utilità, soprattutto in un paese prevalentemente montuoso come il Regno di Sardegna. L’esigenza nasceva anche dal fatto che con la soppressione dei Battaglioni Cacciatori, e la loro suddivisione in compagnie disperse nei vari reggimenti di Linea, veniva a mancare all’Armata un vero e proprio reparto di Fanteria Leggera capace di operare autonomamente.

L’impiego tattico di quel primo nucleo di 115 uomini consisteva essenzialmente nell’azione e nel fuoco in piccoli gruppi (Quadriglie), nel combattimento in luoghi impervi e disagevoli, e in compiti di protezione e fiancheggiamento di Artiglieria e Cavalleria.

I Bersaglieri erano reclutati tra montanari e colligiani di corporatura svelta e robusta e il loro equipaggiamento ed armamento fu da subito del tutto peculiare. L’uniforme era del solito panno turchino scuro con colletto, paramani e pistagne di color chermisino. Il cappello, che poco differiva da quello odierno, aveva invero la cupola leggermente più alta per inserirvi una crociera metallica atta a riparar il capo dalle sciabolate. Era ornato sulla destra da un piumetto di piume di gallo che riparava l’occhio del tiratore dai cangianti riflessi alpestri. L’armamento consisteva in una sciabola-baionetta e in una carabina rigata con accensione a percussione (i Bersaglieri furono i primi soldati piemontesi ad usare armi con questo sistema) che, dopo un paio di modelli sostanzialmente sperimentali, prese forma definitiva con il mod. 1844. Un cordone verde con nappe reggeva la fiaschetta della polvere nera. Il loro zaino era capace di 100 colpi e tre giorni di provviste, mentre quello della Fanteria di Linea, più pesante, poteva portare solo 60 colpi e niente provviste. Rievocazione Battaglia di Confienza Foto Camillo Balossini 2007

Nel 1837 venne formata la seconda compagnia e nel 1840 l’organico del Corpo fu aumentato di una compagnia, cui se ne aggiunse una   quarta nel 1843, affinché ne constasse del medesimo numero degli altri battaglioni di Fanteria. Nel marzo 1848, nell’imminenza della guerra contro l’Austria, il Re determina che il Corpo venga ordinato su tre battaglioni. Questo provvedimento era, invero, un poco avventato poiché triplicava una milizia di élite con reclute addirittura tratte dalla massa dei volontari. Ma i Bersaglieri ricevettero il Battesimo del Fuoco a Goito, l’8 aprile 1848, dimostrando tutta la loro audacia ed il loro impeto. A fine aprile i battaglioni furono ridotti ufficialmente a due, anche perché non si trovavano più volontari per completare il terzo che si stava costituendo in Casale. Inoltre, in questa prima campagna per l’Indipendenza, la riunione dei Bersaglieri in battaglioni non sarà che un fatto puramente burocratico, dato che le compagnie verranno suddivise tra le Divisioni.

    I Bersaglieri combatterono con valore ancora a Peschiera, Monzambano, Pastrengo, Santa Lucia, Santa Giustina, Sona, Rivoli, Salinize, Volta Mantovana e Monte Baldo, ma sul finire di luglio l’Armata venne sconfitta a Custoza e costretta a chiedere l’armistizio, firmato a Vigevano dal generale Salasco. A questo punto l’Armata Sarda inizia la riorganizzazione e nel dicembre ’48 l’organico dei Bersaglieri viene aumentato a cinque battaglioni mentre tra il gennaio ed il marzo ‘49 il numero di battaglioni viene fissato ad otto (cinque di regnicoli e tre di soldati provenienti da altre provincie).

             Il 23 marzo 1849, data della battaglia di Novara, il Corpo risultava così suddiviso:

3° e 4° battaglione a disposizione del Comando Supremo;

il 2° battaglione era ripartito tra le prime quattro Divisioni, cioè rispettivamente la 5ª compagnia alla I Divisione, la 6ª compagnia alla II Divisione, la 7ª compagnia alla III Divisione, l’8ª compagnia alla IV Divisione;

il 6° battaglione Bersaglieri (Lombardi) faceva parte della V Divisione di Ramorino, e sarà l’unico reparto di questa Divisione che prenderà parte agli scontri della breve campagna del ’49, comportandosi eroicamente alla Cava, presso Pavia, agli ordini del suo maggiore Luciano Manara;

il 1° e il 5° battaglione facevano parte della Brigata d’Avanguardia;

il battaglione di Valtellinesi e quello di Bergamaschi erano agli ordini del generale Solaroli, comandante la Brigata Composta.

    La Divisione di Riserva di Vittorio Emanuele non aveva Bersaglieri dato che il compito di Fanteria leggera era disimpegnato dal reggimento Cacciatori della Brigata Guardie.

   Nonostante la sconfitta e nonostante alcuni episodi incresciosi da parte di alcuni sbandati durante e dopo la battaglia di Novara, il Corpo seppe comportarsi con onore anche in questa occasione.

Medaglie al V.M. del Corpo dei Bersaglieri
alla Battaglia di Novara
29 Medaglie d’argento

Capitani: Ratti Giuseppe, Sacco Alessandro, Sacchini Torquato, Paravicini nobile Giuseppe;

Luogotenenti: Robbio Federico, Negri Pietro Eleonoro, Vacca Paolo Emilio, Nervo Giuseppe, Gandolfo barone Camillo;

Sottotenenti: Clerici Fortunato, Luzzatti Alessandro;

Sergenti: Chabaud Agostino, Armand Luigi, Martinoli Carlo, Salametti Carlo, Valoroso Giovanni, Pernigotti Antonio, Genin Francesco, Canna Luigi, Cordel E., Fessia Giovanni, Faccio Carlo, Rosa Carlo;

Luigi, Cordel E., Fessia Giovanni, Faccio Carlo, Rosa Carlo;

Caporali: Consigli Giuseppe, Tagnand Giuseppe, Quilliet Giuseppe;

Bersaglieri: Testù Francesco, Caffarato Giovanni, Chevillet Giovanni.

57 Menzioni onorevoli

Maggiore: De Saint-Pierre Alessandro;

Capitani: Cattaneo Casimiro, Simone Adolfo;


Particolare Bersagliere foto Camillo Balossini
Luogotenenti: Radicati conte Carlo di Brosolo, Burotti Alessandro, Righini Teobaldo, Bignami Vittorio;

Sottotenenti: Sempronio Alessandro, Rossetti Luigi, Bruno Giacinto, Rocca G., Gusberti Paolo, Sollier Antonio, Trucchi Antonio;

Furieri:
Cassina Maurizio, Bonora Paolo;

Sergenti:
Durio Giuseppe, Fornero Giacomo, Biso Raffaele, Conzoni Angelo, Basso Francesco, Mariolin Giovanni, Bianco Carlo, Tonello Giuseppe;

Caporali furieri: Squadrelli Emilio, Gallo Celestino;

Caporali: Giaume Bartolomeo, Chenna Lorenzo;

Caporali trombettieri: Canina Secondo, Molinari Nicola, Albrieux Stefano;

Sotto-Caporali:
Rabuffi Paolo, Pizzi Antonio, Tournier Francesco;

Trombettieri:
Thedy Giacomo, Legnazzi Luigi, Pesce Domenico;

Bersaglieri Volontari: Porro Giovanni, Ferrero Francesco;

Bersaglieri:
Bocasso Giovanni, Cantatore Ferdinando, Barberis Giuseppe, Giordanino Francesco, Colombo 1° Brunone, Aliberti Antonio, Oddone Pietro, Grange Felice, Bozzotti Gaspare, Rosso 1° Bernardo, Mathieu Felice, Richard Giacinto, Vecchi Ferdinando, Papa Stefano, Battuel Bernardo, Ginocchio Giovanni, l’intera 9ª Compagnia comandata dal Capitano Riccardi Ernesto, l’intera 14ª Compagnia comandata dal Capitano Volpelandi.


Rievocazione battaglia di Novara 2007
Decalogo del Bersagliere

1. Obbedienza;

2. Rispetto;

3. Conoscenza assoluta della propria carabina;

4. Molto esercizio di tiro;

5. Ginnastica di ogni genere fino alla frenesia;

6. Cameratismo;

7. Sentimento della famiglia;

8. Amore al Re;

9. Amore alla Patria;

10. Fiducia in sé fino alla presunzione.