“Un soldato di linea deve credersi non inferiore ad un altro soldato qualunque, e ravvisare negli altri soltanto qualità fisiche più proprie per l’una o per l’altra arma; […] ma deve crederli di anima e di abilità relativa non inferiori a lui”.

A. Ferrero della Marmora.

Caporale dei Granatieri del 3° Reggimento Brigata Piemonte



CENNI STORICI DEL 3° REGGIMENTO FANTERIA “PIEMONTE”

Il reparto nasce nel 1636 come Reggimento Catalano Alfieri ed è uno dei primi corpi per anzianità dell’esercito sabaudo. Appartiene alla specialità della Fanteria di Linea, che costituiva il nerbo principale di ogni esercito, e venne così chiamata perché si disponeva “in linea”, su due o tre righe, e muoveva compatta contro il nemico costituendo una formidabile massa di ferro e fuoco. Nel 1664 assume il nome di Reggimento Piemonte Fanteria e il riordinamento del 1774 lo vede parte dei nove reggimenti di fanteria d’ordinanza nazionali (vi erano infatti anche cinque reggimenti stranieri) del Regno di Sardegna. Nel 1786 si riduce l’organico dei reparti da tre a due battaglioni e all’inizio del 1793 tutti i reggimenti d’ordinanza, sia nazionali che esteri, hanno in forza 1385 uomini, ufficiali compresi. L’armistizio del 1796 obbliga il Regno subalpino a mettere l’esercito su un esiguo “piede di pace” che vede il numero di ogni reggimento scendere a 1156 effettivi.

   Con Napoleone, quando il Piemonte diventa un Dipartimento francese, parte degli uomini del disciolto Reggimento Piemonte vanno a formare, insieme ai soldati di altri vecchi reggimenti piemontesi, il 111° Reggimento di Fanteria di Linea francese (soprannominato tre palet ), che si fa onore sui campi di battaglia di mezza Europa.

Il reggimento viene ricostituito nel 1814, durante la Restaurazione, su uno stato maggiore e due battaglioni, il primo dei quali è portato ad un organico di 750 uomini per la campagna contro la Francia del 1815. Nell’autunno dello stesso anno si cominciano a sciogliere i reggimenti provinciali e ad incorporarli in quelli d’ordinanza, ripartendoli seguendo il criterio della provincia di reclutamento. I nuovi reparti assumono la denominazione di Brigata e vengono ordinati su uno stato maggiore e due battaglioni, ciascuno dei quali composto da una compagnia di granatieri e sei di fucilieri. Il Reggimento Piemonte assorbe così il reggimento Torino ed il secondo battaglione del reggimento Susa e, passato indenne dalle epurazioni susseguenti i Moti del ’21, arriva sostanzialmente con questo organico fino alla Riforma Paolucci del 1830.


Peschiera 2006 foto Camillo Balossini
Quest’ultimo provvedimento si era reso necessario per l’assoluta impreparazione dimostrata dall’Armata durante la mobilitazione del 1830 in seguito ai moti liberali francesi e porterà ogni brigata di fanteria a cinque battaglioni (uno di granatieri, due di fucilieri, uno di cacciatori ed uno di deposito) più lo stato maggiore, rendendo così ogni brigata completamente autonoma operativamente.

Carlo Alberto, appena salito al trono, si dedica a riorganizzare l’intera struttura militare, ridotta in condizioni precarie dal suo predecessore Carlo Felice. Nel 1831 i reggimenti di fanteria vengono sdoppiati in modo che ogni brigata ne abbia due, ciascuno dei quali consta di uno stato maggiore e tre battaglioni. Nel 1832 il terzo battaglione viene trasformato in deposito, che per semplificare le operazioni di mobilitazione, viene acquartierato al centro della rispettiva zona di reclutamento.

I reggimenti entrano in campagna nel 1848 con l’organico stabilito nel 1839. Tale Regio Viglietto prevedeva uno stato maggiore, due battaglioni, ognuno con una compagnia di granatieri e tre di fucilieri, e un terzo battaglione formato da quattro compagnie di cacciatori. Il quadro deposito dava vita in caso di mobilitazione ad un quarto battaglione formato da quattro compagnie di fucilieri. I soldati erano per lo più di leva e prestavano servizio per quattordici mesi, restando disponibili ad eventuali richiami per quindici anni.

La fanteria piemontese indossa dal 1843 un’uniforme di panno pesante di colore blu molto scuro, detto “turchino scuro”. Ogni brigata aveva il proprio colore distintivo che ornava colletto, paramani e filettature (al petto della tunica e ai pantaloni). Il colore della Brigata Piemonte era il rosso. In capo si portava lo “shakot” la cui coccarda con i colori italiani sostituisce quella azzurra coi colori dinastici alla vigilia della guerra.

  Dopo l’armistizio Salasco e prima della breve campagna del ’49 si introducono alcune modifiche uniformologiche quali la tunica monopetto e il più leggero kèpi rivestito di panno cremisi al posto dello shakot.

Il reparto nella sua lunga storia partecipò a diverse campagne militari: 1672 contro la Repubblica Genovese, 1673 in Fiandra, 1689 contro i Valdesi, 1690-96 contro la Francia, 1701-03 contro l’Austria, 1703-13 ancora contro la Francia (guerra di successione spagnola), 1718 contro la Spagna in Sicilia, 1733-35 contro l’Austria (guerra di successione polacca), 1742-47 contro Francia e Spagna (guerra di successione austriaca), 1792 contro la Francia rivoluzionaria, dal 1798 al 1813 servì sotto Napoleone, nel 1815 contro l’Impero francese. Nel 1848-49 prese parte alla prima guerra per l’Indipendenza italiana e la sua Bandiera fu decorata di due medaglie d’argento: per l’esemplare comportamento in tutta la campagna del 1848 (specie per il combattimento di Calmasino) e per la condotta nella battaglia di Novara.

Medaglie al V.M. del 3° Fanteria

alla battaglia di Novara

Vigevano 2006 foto Camillo Balossini

24 Medaglie d’argento


Alla Bandiera per l’ottima condotta del reggimento alla battaglia di Novara;

Capitani: Bes Francesco, Rossi Carlo;

Luogotenenti: Chiusano Ferraris, Argenta Giovanni;

Sottotenenti: Colombo Claudio, Bessone Agostino, Conforti Michele;

Furieri: Demichelis Vincenzo, Fornelli Carlo;

Sergenti: Juvene Francesco, Venturino Giuseppe, Rua Angelo, Violino Francesco, Bresso Francesco, Tricerri Vittorio.

Caporale: Pons Pietro;

Sotto-caporali: Andreis Achille, Gabetto Carlo;

Soldati: Baj Bartolomeo, Pernetti Carlo; Perinetto Francesco, Matta Paolo, Musso Giovanni.

50 Menzioni onorevoli

Colonnello: Giocosa Edoardo;

Capitani: Canavera Giuseppe, Peletta Raimondo, Galletti Angelo, Galleani Carlo, Fenoglio Giovan Battista, Melchioni Luigi, Formento Gerolamo;

Capitano aiutante maggiore: Gibbone Carlo;

Luogotenenti: Peano Vittorio, Perotti Giuseppe, Gioielli Roberto;

Sottotenenti: Martinengo Achille, Brero Pietro;

Sottotenente porta Bandiera: Roggero Alfonso;

Sottotenente aiutante maggiore: Castino Francesco;

Furiere: Trespidi Giuseppe;

Sergenti: Paretti Giuseppe, Roagna Carlo, Costantino Giacomo, Castagno Giacomo, Chiariglione Ottavio, Patrucco Giuseppe, Bogetti Carlo, De Fossi Matteo, Sorasio Pietro, Pastore Giacomo, Vercellone Giuseppe, Manzone Ferdinando, Periale Felice;

Caporale: Cavadore Stefano;

Sotto-caporale: Berutti Giovanni;

Soldati: Montessori Raimondo, Passel Pietro, Combetto Pietro, Astier Giuseppe, Benedetto Giuseppe, Bruno Michele, Carrara Antonio, Pezzi Paolo, Barbera Carlo, Guiotto Giuseppe, Ricò Giuseppe, Ferro Giovanni, Allaria Giovanni, Rossi Giuseppe, Crissetto Luigi, Colombo Francesco, Forneris Giovanni, Cavalletti Giuseppe.


Vigevano 2006 foto Camillo Balossini
REGIMENT PIEMONTE

A’l lunes da matin bato la generala!

Bato la generala: fa tant bel sentì

‘l Regiment Piemonte ch’a l’ha da partì.
Si n’andasio a’l camp con le bandiere ‘n testa!

A vedde partì ‘n guera tuti coi bei fieui

tute le bele fije si suavo j’oeui.
E quand ch’a son partì l’han fait dì ‘na noven-a,

l’han fait dì ‘na noven-a a la Madona ‘dl’Orm

perché ij soldà ‘dla guera faso bon ritorn.

Vigevano 2006 foto Camillo Balossini
Set ani son passà la guera l’è finija!

Con le bandiere ‘n testa s’i ‘na son tornà

E con le bele fije si son maridà.